
L'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta da 193 Paesi membri dell'Onu, prevede lo sviluppo di una strategia nazionale per il conseguimento di 17 obiettivi: la finalità è quella di raggiungere un mondo più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
Anche le farmacie necessitano di adeguarsi e adottare misure concrete in tal senso attraverso un corretto smaltimento dei farmaci scaduti, l'impiego di mezzi a impatto zero per le consegne e, più in generale, il raggiungimento di un adeguato livello di sostenibilità lungo tutta la filiera.
«La sostenibilità ambientale, anche nel settore farmaceutico, è una priorità dell’Unione Europea, nonché uno dei pilastri della strategia farmaceutica adottata nel 2020 e che guiderà le iniziative dei prossimi anni», queste le parole di Ilaria Passarani, segretario generale del Pharmaceutical Group of European Union (Pgeu).
Cosa possono fare le singole farmacie

A marzo 2021, il Pgeu ha redatto un documento contenente le best practices per orientare e trasformare le farmacie in ambienti sempre più sostenibili. Questo è possibile, ad esempio, scegliendo energie rinnovabili e riducendo il consumo della plastica.
Secondo il Pgeu, i farmacisti sono «nella posizione ideale per rendere consapevoli i pazienti sui temi della sostenibilità ambientale, per promuovere l’uso prudente e il corretto smaltimento dei prodotti farmaceutici e per fornire consigli sulla disponibilità di prodotti più ecologici». Queste attività sono già all'ordine del giorno nei paesi del Nord Europa; un esempio è il progetto olandese Pharmaswap, un marketplace che, collegando domanda e offerta delle farmacie nazionali, permette di ridurre gli sprechi di quei medicinali che, rimasti invenduti, supererebbero la loro data di scadenza.
La figura del farmacista, sempre più strategica e prioritaria, detiene dunque una forte responsabilità sociale verso i cittadini e ha il compito di informare e sensibilizzare i clienti indirizzandoli verso una scelta di prodotti ecologici e sostenibili.
Lo smaltimento dei farmaci scaduti
Il corretto smaltimento dei farmaci scaduti è un tema di primaria importanza dal punto di vista ambientale: difficilmente degradabili, i residui di farmaci spesso raggiungono indisturbati gli impianti di depurazione, le acque superficiali e le acque potabili, recando danni e rischi sia per l'uomo che per l'ambiente.
La raccolta di farmaci scaduti è, tuttavia, una pratica ben consolidata in Italia: ha inizio, infatti, nel 1980 con la nascita di Assinde. Costituita da Farmindustria, Federfarma, Assofarm, A.D.F. e Federfarma Servizi, Assinde nasce per gestire operativamente l’Accordo per l’indennizzo e lo smaltimento dei resi medicinali etici siglato nello stesso anno.
«L’accordo prevede che le confezioni di medicinali dispensabili con prescrizione medica di aziende farmaceutiche aderenti ad Assinde – sono 85 che coprono circa il 90% del fatturato – se divenute invendibili presso la farmacia o l’azienda distributrice, siano indennizzate» spiega Roberto Tobia, presidente 2022 del Pgeu. Grazie a quest'accordo è possibile raggiungere un duplice obiettivo: da un lato la gestione ottimale degli stock, dall'altro il corretto smaltimento dei farmaci.